La leggenda del "Topino d'Ognissanti"
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Il Topino d'Ognissanti o "Punghén Cmàciàis" in dialetto, è il biscotto etnico di Comacchio.
La sua peculiarità stava nel venir preparato dalle famiglie nel periodo dei Santi e dei Morti, uno per ogni membro, ma grazie alla nostra riscoperta e valorizzazione è stato inserito tra i P.A.T dell'Emilia Romagna, e viene proposto tutto l'anno, oltre che nella versione tradizionale, anche in più varianti: ricoperto al cioccolato, alle mandorle, arancia e cannella ecc.
La sua storia nasce al tempo di Napoleone Bonaparte, quando fece emanare l'editto di Saint Cloud, con il quale ordinava a tutte le città sotto il suo dominio, di spostare fuori dal centro abitato i cimiteri, per rendere le città più salubri.
La leggenda
La leggenda narra che anticamente a Comacchio nei luoghi di sepoltura avvenne una vera invasione di ratti. Ciò provocò un certo disagio da parte degli abitanti i quali, impossibilitati materialmente a porre rimedio a tale situazione, si rivolsero alla Madonna (sempre presente a Comacchio per risolvere le situazioni più disperate) per un intervento divino atto alla risoluzione di tale problema. Questo fu esaudito e la popolazione, in segno di rinfrancamento e di sfida verso i ratti, creò un biscotto che nella ricorrenza dei defunti viene prodotto solo per due giorni l'anno dalle famiglie e dai forni del centro storico per esorcizzare, con l'atto del mangiare, la distruzione dell'avversario, affinché tale affronto non si possa più manifestare.
Definiamo il "Topino" etnico perché è conosciuto solo nel perimetro del centro storico, a testimonianza che i prodotti tipici raccontano anche la storia di una comunità.